L’attacco di fame di cui parlo qui è quella voglia pazza di cibo, che nulla ha da spartire con il sano appetito. Assale in qualsiasi momento, anche quando siamo ancora in piena digestione, e spinge con urgenza verso la dispensa, per farci trovare cibo, che nemmeno assaporiamo.
Se anche a te capita… sappi che l’attacco di fame è molto diffuso. È mediato da uno sbilanciamento della dopamina, ormone della ricompensa e della soddisfazione. Questo neurotrasmettitore regola le funzioni cognitive, la motivazione, la capacità decisionale, la memoria; è sintetizzato in buona parte nell’intestino con l’ausilio del microbioma. Sbalzi nel livelli didopamina attivano la cosiddetta fame nervosa.
Molto diffuso è l’attacco di fame da dolci, che ci spinge a cercare caramelle, creme spalmabili, biscotti, merendine… In appena due secoli il consumo annuo medio procapite di zucchero in Italia è balzato da mezzo chilo a 25 chili. Chi consuma molti zuccheri raffinati certamente è soggetto ad avere picchi anche nei livelli di glicemia, a cui il corpo reagisce chiedendo cibi dolci.
Lo zucchero altera l’equilibrio della flora batterica e favorisce la disbiosi del microbioma intestinale; il suo consumo predispone all’insorgere di molti disturbi e malattie. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29772560/
Il microbioma, a sua volta, influenza e manipola i nostri gusti, ci invia richieste specifiche. La proliferazione eccessiva di batteri accumulatori e Candida, ci spinge a desiderare ancora zucchero. La disbiosi intestinale inoltre rallenta e inibisce la produzione di dopamina.
Se viceversa l’attacco di fame ci dirige verso cibo decisamente salato, probabilmente il nostro sistema nervoso ha perso flessibilità, e produciamo cortisolo in eccesso. Altri sintomi di affaticamento da stress possono essere insonnia, accumulo di peso, nebbia mentale, stanchezza cronica, ipersensibilità, irritabilità, ansia. Anche la fame emotiva da stress, per fisiologiche reazioni biochimiche, ci conduce di nuovo a instabilità di glicemia e dopamina.
L’attacco di fame ci segnala in ogni caso uno squilibrio, che non possiamo compensare mangiando. Anzi, assecondare la fame nervosa, porta con sè innumerevoli svantaggi.
Accumulo di peso, problemi cardiometabolici, infiammazione di basso grado, dolori diffusi, disbiosi orale e intestinale, scarsa igiene del sonno, candidosi, fragilità immunitaria, affaticamento cognitivo, sono tutte conseguenze di abitudini alimentari poco sane, che in un perverso circolo vizioso, ci conducono a maggiore insoddisfazione e ulteriori attacchi di fame.
Dovremmo piuttosto fermarci, e chiederci cosa possiamo fare per migliorare la produzione di dopamina.
- poniamoci dei piccoli obiettivi, interessanti e raggiungibili, semplici sfide quotidiane, per allenare la motivazione e migliorare la soddisfazione personale
- impegniamoci ogni giorno a trovare uno spazio ”nostro”, che sia una pausa di bellezza e di rigenerazione. Una passeggiata nella natura, un esercizio di grounding, o una tecnica energetica.
- 30 minuti di attività fisica quotidiana producono una cascata di benessere e soddisfazione
- sviluppiamo amicizie e relazioni vere, che ci facciano sentire radicati e connessi.
- musica e risate sono fonte di piacre e soddisfazione
- ottimizziamo la produzione di cortisolo rispettando il ritmo sonno-veglia del nostro organismo.
Ultimo, ma non certo per importanza, prendiamoci cura del microbioma, adottiamo strategie alimentari per l’eubiosi. Potremo così ottimizzare la produzione di dopamina, minimizzare le richieste di cibo insalubre e ritrovare la giusta motivazione per coltivare salute e benessere.
Annalisa Lizza
NOTA LEGALE: quanto qui esposto è ai soli fini divulgativi e non intende sostituirsi al parere medico professionale.